Su iniziativa di S. E. mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e del Centro pastorale pubblichiamo su Cattolica News brevi testi evocativi, a partire dal Vangelo del giorno, per aiutare la riflessione e la preghiera in questo periodo così complesso a causa della crisi sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus. Scriveranno teologi, assistenti pastorali e professori. I testi saranno accompagnati da un’immagine scelta in rete.


Vangelo di Giovanni (Gv 8,21-30)

Ascolta "Quale dialogo?" su Spreaker.

Gesù si trova ancora a dibattere con un gruppo di interlocutori che resistono alla sua parola. Il tema è la sua identità, affrontato qui sotto l'angolatura della sua morte ormai vicina. L'avvio della controversia è dato da una tesi iniziale per cui la sua scomparsa prossima susciterà una ricerca tra i suoi avversari.

A riguardo troviamo un'affermazione molto forte, nei termini della minaccia di un giudizio: «morirete nel vostro peccato», cioè lontani da Dio perché non credere all'«Io sono» di Gesù significa negare che la realtà divina è manifestata in lui. Così facendo, la comunicazione tra loro e Gesù è impossibile. Parlano due lingue differenti Gesù e i Giudei.

Colpisce che sia il preannuncio della crocefissione a risolvere la controversia, almeno con alcuni. Come se la Croce piantata in mezzo a quell'incomunicabilità/incredulità abbia fatto da ponte tra le due sponde apparentemente inavvicinabili. Il dono dell’amore crocifisso supera l’incomunicabilità, ma solo tra coloro che cercano la verità.

Ciò vale anche per il nostro presente. Sappiamo che in alcuni casi non è affatto sufficiente la disponibilità al dialogo, anzi in certe situazioni è solo l'occasione per creare ulteriori grovigli se non ferite più profonde. Quando ciò accade dobbiamo chiederci se abbiamo amato con tutto il cuore, come Gesù.

Michele Aramini, docente di teologia