Su iniziativa di S. E. mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e del Centro pastorale pubblichiamo su Cattolica News brevi testi evocativi, a partire dal Vangelo del giorno, per aiutare la riflessione e la preghiera in questo periodo così complesso a causa della crisi sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus. Scriveranno teologi, assistenti pastorali e professori. I testi saranno accompagnati da un’immagine scelta in rete.


Vangelo di Giovanni (Gv 19,25-34)

Ascolta "Stabat Mater" su Spreaker.

Una madre ai piedi della croce, di fronte alla morte del figlio. L’umanità ferita s’identifica con questa madre addolorata. Un’immagine archetipica del dolore, una sofferenza così profonda, radicale che da sempre ha colpito la sensibilità artistica e popolare. Basti pensare alle straordinarie rappresentazioni artistiche di Cimabue (Crocifissione, basilica superiore di San Francesco, Assisi), Giotto (Crocifissione, cappella degli Scrovegni, Padova) e di molti altri artisti; alla forza espressiva della lauda drammatica di Jacopone da Todi conosciuta come il “Pianto della Madonna” o “Donna de Paradiso” o all’inno latino “Stabat mater”, generalmente attribuito allo stesso autore e che ha ispirato moltissimi compositori (Scarlatti, Vivaldi, Pergolesi, Haydn, Rossini, Schubert, Liszt, Verdi, Perosi, Piovani). Il mistero dell’incarnazione di Gesù è espresso attraverso il dolore, tutto umano, della madre che vede il proprio figlio morire. Tutto è compiuto. È il compimento dell’amore, di quel “sì” iniziale che ha permesso al Verbo di farsi carne nel grembo di Maria, lo stesso grembo che, stretto nel dolore, ora accoglie il figlio morto per amore. Un nuovo travaglio che annuncia una vita nuova e definitiva.

Domenico Simeone, docente di Pedagogia generale e della cura educativa, Facoltà di Scienze della formazione